Year: 2021

Il Teatro del Bardo

Londra, 1599.

Nella Londra elisabettiana, due grandi compagnie teatrali monopolizzano l’attenzione del pubblico.

Da un lato abbiamo i The Admiral’s Men e dall’altra i Lord Chamberlain’s Men, le due compagnie più influenti del momento. Ma solo di una delle due faceva parte Shakespeare – i Lord Chamberlain’s Men, ovvero gli Uomini del Ciambellano (così chiamati perché fondati dal Ciambellano di Elisabetta I) e furono proprio loro a costruire il Globe Theatre, teatro dalle origini curiose.

Clausole e improperi: le origini

Nonostante i Chamberlain’s Men abbiano costruito il Globe Theater nel 1599, non lo idearono da zero. I materiali con i quali fu costruito il Globe Theatre furono infatti presi da un altro teatro che aveva una storia un po’… burrascosa.

Il teatro di cui la compagnia di Shakespeare prese i materiali si chiamava Teatro di Burbage, dal nome del suo proprietario, e individuo cruciale per la storia dei teatri come li conosciamo ora.

Prima che Burbage fece costruire il suo teatro, infatti, le esibizioni teatrali erano prodotti confezionati per essere messi in scena o in strada, o dentro i cortili delle taverne. Cosa cambiò?

Nel 1574 venne promulgato un Atto di Censura che imponeva strette regole su cosa potesse o non potesse essere rappresentato nei cortili delle taverne.

Per sfuggire a queste regole, Burbage decise di costruire il suo teatro dove avrebbe messo in scena quello che voleva.

Ma come si passa dal teatro di Burbage a quello dei Chamberlain’s Men?

Il teatro di Burbage era stato costruito sul terreno di un tale Allen, il quale alla fine dell’affitto voleva distruggere il teatro. Una clausola nel contratto permise però a Burbage di smontare e rimontare il teatro altrove. E indovinate chi se ne occupò? I cari uomini del Ciambellano.

Il teatro ricostruito aveva una struttura migliorata rispetto al primo che gli conferì il soprannome di “La Grande O”. Il suo nome vero e proprio è però celeberrimo ed è passato alla storia poiché era qua che prendevano vita i copioni di un tale William Shakespeare. Esatto, stiamo parlando del Globe Theatre.

Rivalità

Al tempo il diritto d’autore non esisteva, ed è per questo che era possibile quello che sto per descrivervi.
Immaginatevi che tutti i soldi che vi entrano, sponsor a parte, derivino dai biglietti e che un vostro avversario abbia appena rappresentato un’opera incredibile. Da togliere il fiato. Cosa fareste?

Ne fareste una migliore?

Ma ovviamente no; la copiereste. Che è quello che facevano anche le compagnie del tempo.

Ogni volta che uno dei loro rivali mandava in scena uno spettacolo di successo, i membri delle compagnie inviavano qualcuno a… prendere appunti, se così vogliamo dire. Tempo qualche giorno e una copia dello spettacolo, anche se di qualità inferiore, poteva essere vista in tutti i teatri di Londra.

Questo in realtà era dovuto al banalissimo bisogno di sopravvivere.

Infatti, come già detto l’introito principale era dovuto al biglietto, ma questo spingeva le compagnie a 1) dovere produrre sempre di più e 2) mantenere una qualità costante che fosse meglio di quella dei tuoi concorrenti.

Quando questo non era possibile, allora si passava al plagio, tanto nessuno ti puniva. E nonostante alla legge non importasse molto se qualcuno ti copiava il lavoro, agli autori importava. E tanto. E quindi le rivalità fra compagnie, e quindi teatri visto che ogni compagnia aveva il suo teatro, non facevano altro che inasprirsi nel tempo.

Fermi tutti! Freniamo Questo Successo

Se oggi il teatro è considerato intrattenimento per artisti e acculturati, al tempo la scena che vi si sarebbe presentata era molto diversa. Il teatro era infatti un passatempo così popolare che rubava clienti a tutti gli altri eventi che potevano esserci a Londra, ed è per questo che il Globe Theatre e tutti gli altri teatri dovevano obbligatoriamente chiudere ogni giovedì della settimana per permettere alle altre performances della città di essere considerate. E non era solo un’usanza: fu promulgata una legge che sancisse le giornate di apertura e chiusura dei teatri.

Se avessero così tanto successo oggi, sarebbe impossibile riuscire a ottenere i biglietti per qualsiasi spettacolo.

Il successo degli spettacoli teatrali faceva sì che fosse pressoché impossibile imparare tutti i copioni a memoria. Come facevano allora? E come mai oggi abbiamo i copioni?

I copioni erano più una linea guida che, eventualmente, veniva imparata dagli attori a forza di recitare i pezzi.

Ma le prime volte come facevano?

Baravano. Di brutta.

O meglio, usavano quelli che nel Globe e nel teatro Elisabettiano venivano chiamati foul papers. In italiano ci sono varie traduzioni, la più comune delle quale è “carte sporche”. In realtà il termine carte sporche ha un dubbio significato poiché le carte sporche oltre a essere i fogli con abbozzi di battute e trama che gli attori avevano a disposizione durante gli spettacoli, sono anche le brutte dei pezzi stessi.

Inoltre, in particolare il termine Foul Papers viene utilizzato per le bozze di Shakespeare, quale è quindi la traduzione corretta?

Probabilmente nessuna, e probabilmente tutte.

Considerato che l’unico giorno di chiusura dei teatri era giovedì e che la produzione di un’opera cominciava immediatamente dopo la stesura, non è da escludere che l’opera venisse soggetta a un ulteriore processo di rifinitura anche se veniva già portata a teatro.

Una sorta di provare e riprovare finché non si trova la forma perfetta, insomma.

Non indossare quel vestito! – Scaramanzie a teatro e le loro origini

Ci sono posti tradizionali, e ci sono posti scaramantici. Il teatro appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Perché nessuno come gli attori sa cosa voglia dire il panico di non aver rispettato una scaramanzia. Non hai lasciato una luce accesa prima della chiusura? Adesso il teatro è infestato dagli spiriti. Hai dimenticato che non devi assolutamente indossare il viola a teatro? Fantastico. Hai rovinato tutto.

Ma da dove vengono queste usanze? Perché il viola non va indossato, ma il blu sì?

Perché siamo in Italia. Fossimo stati in Inghilterra, sarebbe stato il contrario.

Vediamo quindi le scaramanzie più curiose legate al teatro, e da dove derivano.

Vietato il Viola

Per capire come mai questo colore è così temuto a teatro dobbiamo concentrarci sul periodo della Quaresima. Ma non quello dell’anno scorso. Era infatti usanza nel medioevo indossare paramenti sacri di colore viola durante quel periodo.

Come i più devoti sanno, la Quaresima è un periodo di rinunce e riflessioni, ed è per evitare che i devoti indugiassero in tutto quello che non fossero le sopracitate qualità che durante la Quaresima erano vietati gli spettacoli. Al tempo, questi si tenevano per strada, ma la recitazione era già una professione.

Adesso, immaginate se voi rimaneste senza stipendio per 44 giorni (ovvero la durata della quaresima), e il motivo vi venisse ricordato tramite abiti viola ovunque. Immagino che anche voi comincereste a pensare che il viola non porti tanto bene.

Lascia una luce accesa per gli spiriti

In Italia non è così diffusa come usanza, ma nel mondo anglosassone è una delle scaramanzie più temute e rispettate. Di cosa stiamo parlando? Della così detta luce fantasma.

Se c’è un posto frequentato dagli spiriti, quello è senza dubbio il teatro. O almeno le troupe teatrali la pensano così, ed è per questo che in Inghilterra, ma anche in Francia, è usanza che la troupe non lasci mai al buio il teatro.

Quando i vivi finiscono il loro spettacolo, infatti, si dice che il palco non rimanga vuoto, ma che sia il turno degli spiriti di ballare ed esibirsi. E per fare questo necessitano di una luce.

In realtà, il fatto di lasciare una luce accesa sul palco ha una funzione molto più pratiche. Il palco di un teatro è pieno di angoli e anfratti che possono non essere pari, e il rischio di cadere quando si cercano gli interruttori è alto. Lasciando sempre una luce accesa, quando si torna in teatro, permette di trovare il pannello e accendere la luce senza rompersi una gamba.

L’origine dell’usanza rimane comunque un mistero. C’è chi dice che sia nata quando ancora i teatri erano illuminati mediante lampade a gas. In questo contesto, lasciare una luce – e quindi una fiamma – accesa avrebbe permesso di alleviare la pressione nelle tubature, evitando così che esplodessero.

Qualunque sia l’origine di questa usanza, quello che è certo è che conviene rispettarla. Perché usanza vuole che, se la luce fantasma venisse spenta, i fantasmi sicuramente ti saboteranno il palco.

Il Dramma Scozzese

Quanto è curioso che menzionare un dramma a teatro porti sfortuna?

Eppure, è così: vietato pronunciare il nome di Macbeth una volta varcate le porte. La storia che vi sta alle spalle è abbastanza macabra; si dice infatti che Shakespeare non si sia inventato gli incantesimi pronunciati dalle streghe, ma li abbia copiati da alcune streghe realmente esistite. Questo plagio non sarebbe stato preso molto bene dalle stesse, che avrebbero perciò maledetto l’opera stessa. Non è chiaro se ne sia una conseguenza diretta la morte dell’attore che interpretava Macbeth durante la prima del pezzo.

Ma, verosimilmente, può una leggenda basata su questo protrarsi nei secoli? E se la risposta è no, allora perché questo dramma è considerato maledetto?
Il Macbeth è un’opera ricca di scene di duelli. Probabilmente, quello che succedeva era che la presenza di tutte queste scene dove gli attori dovevano usare le spade risultasse spesso – fra prove e serate – in una notevole quantità di feriti.

Adesso i tempi sono cambiati, ma la leggenda resta al punto che ancora non si pronuncia il nome dell’opera dentro i teatri.

Ma, vi chiederete, è un po’ implausibile evitare di pronunciare il nome del pezzo che si va a mettere in scena durante tutta la durata delle prove e dello spettacolo stesso. Come fare?

Usando sinonimi, ovviamente. All’interno dell’ambiente il Macbeth viene chiamato Il Dramma Scozzese.

E se proprio non si può fare a meno di pronunciarne il nome, ci sono comunque delle soluzioni per scrollarsi di dosso la maledizione.

Basterà infatti uscire dal teatro, ruotare tre volte su se stessi, sputare sopra la spalla sinistra e recitare battute di un dramma di Shakespeare che non sia il Macbeth.

Tutto qui?

No. Se coloro che hanno pronunciato il titolo del Macbeth vogliono infatti rientrare devono necessariamente bussare alla porta del teatro e aspettare che qualcuno gli inviti a entrare. Un po’ come i vampiri, insomma.

Di scaramanzie nel mondo del teatro ce ne sono a piene mani, quali sono le vostre preferite? Lasciatele nei commenti.

Nel mentre però, vi diciamo noi perché il blu porta sfortuna nel teatro inglese: il colore blu era costosissimo, e le troupe teatrali che lo indossavano spendevano così tanto per gli abiti che finivano poi per andare in bancarotta.

L’arte: Dove studiare e cosa c’è di più divertente

Fatto interessante: le origini della recitazione possono essere fatte risalire fino all’antica Grecia.

L’architetto Polykleitos Neoteros di Argo iniziò la costruzione alla fine del IV secolo a.C. nell’antica città di Epidauro e la terminò in due decenni. Questo è il più teatro antico di epidauro

Fu costruito per il piacere dei pazienti di Asclepeion, poiché era opinione diffusa che guardare commedie e drammi facesse bene sia alla mente che al corpo.

Il teatro è cresciuto in fama e statura come uno dei siti storici più importanti della nazione.

Il monumento, che è circondato da una flora lussureggiante, conserva il theatron (auditorium), l’orchestra e la skene (il palco) componenti del design teatrale ellenistico.

Gli artisti e il coro salgono sul palco nell’orchestra, che ha una circonferenza di 20 metri.

Una piastra di pietra circolare nel centro serve come fondamento dell’altare.

È racchiuso dall’euripos, un tubo di drenaggio sotterraneo largo 1,99 metri.

L’euripos era circondato da una passerella di pietra.

Scuole di recitazione in Italia

Stai cercando dei corsi di recitazione in Italia? Leggi questi corsi di recitazione italiani per scoprire se queste scuole di recitazione europee sono adatte a te.

Accademia di Belle Arti. Scuole di recitazione in Italia è quello che deve essere considerato di sicuro se si osa recitare un giorno

scuole di recitazione in italia

L’Accademia dell’Arte è un programma biennale MFA in teatro fisico situato ad Arezzo, Italia, che è riconosciuto dalla Mississippi University for Women. Il nostro staff dedicato e gli artisti ospiti hanno sviluppato un curriculum che si concentra sulla Commedia dell’Arte, Acrobatica, Clown, e altri metodi teatrali alternativi. Gli studenti vivono e lavorano ad Arezzo e frequentano anche le lezioni a Torino, Milano e Berlino.

L’Accademia dell’Arte offre anche programmi di 14 settimane in Teatro, Danza e Musica.

Le performance degli studenti sono programmate ad Arezzo e nelle città toscane limitrofe, e dopo i moduli di studio presso la FLIC Circus School di Torino, The Berlin Acting School, e la Paolo Grassi School di Milano, avranno luogo importanti showcase.

MFA in Belle Arti.

Tasse per il programma MFA 2011-2013

Le tasse per il primo anno del programma MFA (moduli 1-3) sono di 16.500 euro.

Arezzo Modulo 1: 6.600 EUR

Arezzo Modulo 2: 6.600 EUR

Torino Modulo 3: 3.300 EUR

Il costo del secondo e terzo anno (moduli 4-7) è stimato in 20.900 EUR (questo importo è soggetto a variazioni a discrezione dell’Accademia dell’Arte).

Il costo complessivo del programma MFA (moduli 1-7) è stimato in 37.400 EUR (questo importo è soggetto a cambiamenti a discrezione dell’Accademia dell’Arte).

Aiuti finanziari: Gli studenti potranno fare domanda per un numero limitato di assistentati e borse di studio. Al momento della domanda, gli studenti sono tenuti a descrivere il loro piano finanziario previsto al fine di essere considerati per borse di studio o assistentati.

Di cosa hai bisogno per fare domanda: I candidati interessati devono compilare l’applicazione Accademia dell’Arte MFA e partecipare alle audizioni in diverse istituzioni partner in tutti gli Stati Uniti.

Sito web dell’Accademia dell’Arte A.B.I.T. ACADEMY

Una scuola di recitazione internazionale basata sulla tecnica di recitazione di Sergei Ostrenko che insegna il linguaggio internazionale della recitazione.

scuola di recitazione in italia

ABIT Academy ha fornito la foto.

Questa scuola di recitazione in Toscana fornisce tre anni di istruzione di alto livello – 30 ore ogni settimana – da ottobre a maggio.

Tecnica di recitazione, voce (metodo Voicecraft EVT), movimento, regia, storia del teatro e diritto dello spettacolo sono tutti inclusi nei corsi di recitazione.

I non madrelingua studiano la lingua italiana, mentre gli interpreti italiani imparano la parola, la poesia e i metodi di lettura espressiva.

Opportunità di spettacolo: La scuola ha un piccolo teatro interno, e gli studenti hanno un accordo con il comune per recitare negli antichi teatri italiani di Massa e Carrara.

Workshop con maestri internazionali della linea diretta di Meyerhold e preparazione di audizioni.

Laurea: L’ultimo grado.

Tasse per le lezioni:

Solo per le lezioni, incluso l’italiano per i non madrelingua:

Primo anno – da ottobre a maggio – 2700 euro a settimana – 20 ore a settimana

Secondo anno, da ottobre a maggio, 25 ore a settimana: 3000 euro.

Terzo anno di laurea finale (da ottobre a maggio) – 30 ore a settimana: 3500 euro

Le borse di studio sono offerte agli studenti che partecipano attivamente agli spettacoli e ai seminari della scuola e che hanno ottimi punteggi nei test.

Per iscriversi è necessario: un modulo di domanda, un curriculum e un colloquio (se si vive a più di 300 km dalla scuola, è possibile presentare un questionario e un test d’inglese al posto del colloquio). Questa è una delle scuole di recitazione in Italia che può aiutare con i visti per gli studenti e l’alloggio.

Tasso di accettazione degli esami: Gli studenti sostengono esami durante i loro corsi.

Politica delle audizioni: Gli studenti con un documento di autorizzazione della scuola sono autorizzati a fare audizioni professionali durante il loro studio.

Sito web di A.B.I.T. ACADEMY

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Fatto interessante/continua a leggere:

Le origini della recitazione possono essere fatte risalire fino all’antica Grecia.

L’architetto Polykleitos Neoteros di Argo iniziò la costruzione alla fine del IV secolo a.C. nell’antica città di Epidauro e la terminò in due decenni.

Fu costruito per il piacere dei pazienti di Asclepeion, poiché era opinione diffusa che guardare commedie e drammi facesse bene sia alla mente che al corpo.

Il teatro è cresciuto in fama e statura come uno dei siti storici più importanti della nazione.

Il monumento, che è circondato da una flora lussureggiante, conserva il theatron (auditorium), l’orchestra e la skene (il palco) componenti del design teatrale ellenistico.

Gli artisti e il coro salgono sul palco nell’orchestra, che ha una circonferenza di 20 metri.

Una piastra di pietra circolare nel centro serve come fondamento dell’altare.

È racchiuso dall’euripos, un tubo di drenaggio sotterraneo largo 1,99 metri.

L’euripos era circondato da una passerella di pietra.

Migliori teatri in Italia

La Commedia dell’arte – che nasce nei mercati e in altri spazi pubblici e utilizza l’improvvisazione – ha una lunga storia nel teatro italiano, che risale al Rinascimento.

Questa eredità teatrale è ancora efficacemente presentata nel presente. Gli amanti del teatro possono assistere a spettacoli spettacolari in rinomati teatri d’opera in tutto il paese. Sei di questi sono elencati di seguito. Non ci si può mai dimenticare di quei top teatro con sedili di pietra

Il Teatro La Fenice di Venezia è uno dei teatri più famosi del mondo.

Dalla sua costruzione nel 1792, il leggendario teatro veneziano a tema Fenice è stato demolito e ricostruito tre volte. Ha riacquistato la sua antica bellezza e maestosità, sia dentro che fuori, dopo una recente ristrutturazione. Stucchi dorati ornati e soffitti in gesso, bellissimi dipinti blu uovo d’anatra e un lampadario di cristallo aggiungono opulenza allo spazio. Considerate gli appartamenti Ad Lofts, che sono sia convenienti che convenientemente situati vicino a La Fenice.

Mentre guardate in alto, approfittate della superba acustica e dei magnifici affreschi sul soffitto del Teatro di San Carlo.

Il Teatro di San Carlo, uno dei più famosi teatri d’opera del mondo, è uno degli edifici più belli dei teatri napoletani. Fu costruito nel 1737. Dopo l’incendio del 1816, Antonio Nocolini progettò l’edificio attuale, che è un’opera d’arte. Anche se ti perdi uno spettacolo, il Teatro dell’Opera offre visite guidate di 45 minuti ai sei livelli di palchi di velluto e foglia d’oro disposti a ferro di cavallo. Sarete a pochi minuti da Piazza dei Massimo se soggiornate in una camera con balcone al Teatro di San Carlo, che si affaccia su Piazza del Plebiscito.

La Scala di Milano

Il palcoscenico della Scala ha visto debuttare opere di Verdi, Puccini e Rossini, oltre a molti altri grandi cantanti.

Alcuni dei migliori cantanti d’opera si sono esibiti alla Scala, e le opere di Verdi, Puccini e Rossini, tra gli altri, sono state eseguite lì.

Anche se non hai intenzione di assistere a uno spettacolo alla Scala di Milano, la libreria interna, il bar e il museo, che ha set, costumi e ritratti di cantanti famosi, meritano una visita. Verdi, Puccini e Rossini, tra gli altri, si sono tutti esibiti alla Scala, il teatro lirico italiano di fama mondiale a Milano. Molti dei loro pezzi più significativi sono stati eseguiti qui per la prima volta. Mentre la stagione è breve, che copre dall’inizio di dicembre alla metà di luglio, i clienti possono godersi l’opera, il balletto e i concerti tutto l’anno, ascoltando la musica seduti in bellissime sedie di velluto rosso con lampadari che graffiano il cranio degli spettatori. Milano Royal Suites – Centro Duomo, che è adiacente all’hotel, può portarvi alla Scala in 10 minuti.

Il magnifico Teatro Comunale, progettato dall’architetto Antonio Galli Bibbiena, è uno dei tesori più preziosi di Bologna. La sua storia musicale è lunga quasi quanto quella della sua struttura, dato che il primo teatro d’opera finanziato con fondi pubblici era appena mezzo completato quando fu aperto. Il teatro aprì la sera della prima de Il Trionfo di Cloelia di Gluck nel 1763, nonostante l’assenza di inserti acustici, la pittura del soffitto e il completamento della parte superiore della sala. Il teatro dell’opera è ora completo, e chiunque sia interessato a vederlo può farlo assistendo a uno spettacolo durante la stagione (da novembre ad aprile) o andando in Piazza Verdi a guardare gli artisti di strada e poi a bere qualcosa.

E qui c’è un altro gioiello che stiamo per guidarvi.

La storia del Teatro Lirico di Cagliari inizia nel 1964 con un finanziamento del Comune di Cagliari per proposte di ricostruzione e sostituzione del Teatro Civico di Castello, gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale, e per la ricostruzione del Politeama Regina Margherita, completamente distrutto da un incendio nella notte tra il 17 e il 18 dicembre 1942. Il teatro lirico di Cagliari aprì le sue porte nel 1964.

Tre architetti bergamaschi furono selezionati tra 34 idee progettuali presentate per ottenere il finanziamento nel 1967: Luciano Galmozzi, Pierfrancesco Ginoulhiac e Teresa Ginoulhiac Arslan. Luciano Galmozzi, Pierfrancesco Ginoulhiac e Teresa Ginoulhiac Arslan. A seguito di controversie sul progetto scelto, fu presa in considerazione la seconda proposta dell’architetto romano Maurizio Sacripanti. La costruzione iniziò solo nel 1971, e l’edificio di 5.000 metri quadrati fu ufficialmente dedicato il 2 settembre 1993, segnando il completamento del progetto.
Dopo la sua inaugurazione, il teatro lirico di cagliarii è stato ampliato con un foyer, una sala da 1650 posti, un grande palcoscenico e una fossa d’orchestra, oltre a una serie di aree specializzate, come sale di cucito e illuminazione, sale prove, magazzini e uffici, che sono stati aggiunti dopo il completamento dell’edificio.

teatro lirico di cagliarii

L’antico Amore per il Teatro. Atene

Nei tempi antichi, l’Acropoli era giustamente considerata il cuore della spiritualità di Atene. Qui, nel IV secolo a.C., si svolgevano vari spettacoli di sacrifici gloriosi, gare sportive (che erano obbligatorie a quel tempo) così come piccole scene della vita degli dei.

L’allora regnante Pisistrato era un grande ammiratore del dio Dioniso – il santo del divertimento, della vinificazione, dell’estasi religiosa e delle orge. Grazie agli sforzi del sovrano di Atene, sul lato meridionale dell’Acropoli, fu dapprima costruito il Santuario di Dioniso Eleuterio, dove si trovava l’antica statua del dio, e dopo un po’ fu deciso di sostituire il vecchio tempio con uno nuovo.

teatro san rocco seregno

Ora nel centro del nuovo santuario fatto di avorio e ornato d’oro, si trova una nuova statua del dio Dioniso. Non lontano dal tempio, per ordine di Peisistrato, fu costruita una pista da ballo, che divenne il primo “mattone” grazie al quale il Teatro di Dioniso Atene è “nato”.

Inizialmente, il Teatro di Dioniso Atenes era costruito in legno e deliziava il pubblico con spettacoli basati sulle tragedie di Eschilo, Aristofane, Sofocle ed Euripide. Tuttavia, ben presto i sedili di legno, su cui si trovava il pubblico, furono ricostruiti e resi più affidabili e durevoli con la pietra. Poiché i greci erano così affezionati alle rappresentazioni teatrali, con il tempo queste divennero non solo una parte delle cerimonie religiose e delle feste pubbliche, ma un atto completamente separato, con le proprie regole e tradizioni.

Il Teatro diioniso (o Teatro Dioniso) è un antico teatro greco di Atene. È costruito sulla collina meridionale dell’Acropoli, precedentemente parte del santuario di Dioniso Eleuterio (Dioniso il Liberatore). La prima terrazza per l’orchestra fu costruita sul sito a metà del VI secolo a.C., quando Dionysia era l’ospite. Nel IV secolo a.C., il teatro raggiunse le sue maggiori dimensioni sotto l’epistola di Licurgo, quando potrebbe aver ospitato fino a 17 000 persone e fu usato continuamente fino all’epoca romana. Poi nel periodo bizantino il teatro crollò e non fu identificato, scavato e ricostruito fino al XIX secolo.

Molti documenti storici contengono interessanti descrizioni di questa sorprendente architettura romana, uno dei più antichi teatri del nostro pianeta. Secondo loro, la prima fila del Teatro di Dioniso Atene consisteva di 67 poltrone fatte di marmo costoso e raro e destinate solo alla nobiltà onorevole. È interessante sapere che alcune di esse avevano anche i nomi delle persone che governavano la più antica città greca. A proposito, ancora oggi si possono vedere queste sedie con i nomi incisi sopra, anche se non tutte sono sopravvissute fino ad oggi.

Nella seconda fila, si poteva trovare la poltrona del famoso imperatore romano Adriano, che era conosciuto come un grande amante della poesia, della filosofia e dell’arte teatrale. Inoltre, qui, ma un po’ più tardi, amava parlare un altro imperatore romano, Nerone, “famoso” in tutto il mondo per il suo cattivo gusto e per aver bruciato la capitale del più grande impero romano.

Il Teatro di Dioniso Atenes, secondo le ipotesi di quasi tutti gli archeologi che hanno partecipato ai suoi scavi, poteva ospitare quasi 17 mila persone. Questa cifra, per gli standard moderni, è abbastanza insignificante, ma per quel tempo era abbastanza impressionante, e ammontava a quasi la metà dell’intera popolazione di Atene. A causa delle sue grandi dimensioni, il Teatro di Dioniso Atenes non aveva sovrapposizioni del tetto, quindi tutti – sia i partecipanti che il pubblico – erano all’aria aperta, e ciò che accadeva sul palco era illuminato dalla luce naturale.

L’Italia riapre tra speranze di vero rilancio economico

In un lunedì ventoso e piovoso, la storica Piazza Duomo di Milano era piena di commensali all’ora di pranzo, mentre la gente cominciava a recuperare il bisogno represso di cenare fuori.

Ristoranti, bar, musei e cinema del paese sono stati gradualmente riaperti al pubblico secondo una strategia che per alcuni è vista come troppo cauta, mentre altri credono che sia troppo veloce.

cosi sono i teatri zeppi

I principali funzionari medici si preoccupano che gli stanchi virologi e operatori sanitari della nazione sperimentino un’altra libera uscita, come quella vista nel fine settimana in città da Roma a Napoli, da Milano a Torino, e da Torino a Napoli, in cui i luoghi si sono riempiti di piazze e parchi mentre la gente accoglieva il ritorno delle banche nazionali negli spazi pubblici.

I proprietari di ristoranti che hanno lottato per tenere aperte le loro attività quest’anno possono ora festeggiare il ritorno della ristorazione all’aperto perché arriva troppo tardi e la seconda pandemia è già in corso. Ha anche un cattivo messaggio di pubbliche relazioni per coloro che intendono andare in vacanza nella seconda estate pandemica.

L’obiettivo del governo è che la riapertura delle numerose piscine all’aperto, delle palestre e di altri tipi di attività in Europa vada di pari passo con lo sblocco dei fondi di recupero italiani, di cui si è parlato lunedì in Parlamento.

L’amministrazione ha ceduto alle pressioni dei partiti di destra e ha spinto l’apertura delle 15 aree e province sotto le più basse restrizioni per il coronavirus una settimana prima di quanto originariamente previsto, consentendo per la prima volta da mesi la libera circolazione tra le 21 regioni e province del paese. Quattro volte più persone possono visitare amici e parenti di quanto fosse possibile in precedenza. Le persone possono cenare al fresco o all’aperto quando cenano in ristoranti e bar. Gli sport di contatto all’aperto sono ripresi.

La riapertura delle unità di terapia intensiva in Italia arriva anche se i reparti di terapia intensiva del paese rimangono oltre il livello di allerta del 30%. Inoltre, il programma di vaccinazione dell’Italia, che doveva vaccinare 500.000 persone al giorno, è ancora indietro rispetto al suo obiettivo. Solo 70.000 persone sono state vaccinate finora nella fascia di età 70-79 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone oltre i 65 anni hanno guidato la maggior parte delle morti causate dal COVID-19 in Europa.

I ricercatori hanno espresso preoccupazione perché temono che il virus si sia modificato con successo e che in Italia la curva sia stata messa sotto controllo solo di recente e possa potenzialmente risalire.

La Sardegna è stata l’unico posto completamente privo di limitazioni quest’inverno, ed è diventata una storia ammonitrice per altre regioni. È stata segnata in rosso dal segnale di “tutto libero” a metà aprile, quando c’è stata una nuova ondata di malattie.

“C’era tempo per attivare il sistema di monitoraggio nazionale nel caso in cui il virus avesse dato un altro colpo”, ha detto il dottor Massimo Puoti, responsabile delle malattie infettive agli ospedali Niguarda di Milano. L’attuale enfasi dovrebbe essere sui vaccini, piuttosto che contenere i contagi, in modo che la pressione possa essere alleggerita dagli ospedali.

Una sala cinematografica di Milano, il Cinema Beltrade, ha tenuto una maratona di film per tutto il giorno, cominciando alle 6 del mattino e finendo alle 21:30, per festeggiare, secondo il proprietario, che ha voluto includere “un po’ di follia” nell’evento.

Un pubblico di 82 persone si è seduto al completo per la proiezione all’alba del film di Nanni Moretti del 1993 “Caro Diario”, che è stata solo la quarta proiezione tenuta dalla chiusura dell’industria cinematografica lo scorso novembre.

Nonostante la presenza di 500 teatri di spettacolo dal vivo in Lombardia, i fatti non sono così semplici come sembrano. Alla Scala, dove le poltrone ospitano quasi 2.000 persone, il numero massimo di spettatori è 500.

Il teatro lirico italiano La Scala ha in programma un evento simbolico di riapertura, che sarà guidato da Riccardo Muti, nel mese di giugno. La direzione si aspetta che l’orchestra e il coro siano completamente vaccinati entro settembre, momento in cui crede di poter allentare i limiti di distanza e riprendere la stagione. Nei mesi successivi si terranno concerti all’aperto in diversi luoghi della città.

Il direttore generale Dominique Meyer la mette così: “È più essenziale che ci siano opportunità per il pubblico di tornare e sperimentare le sensazioni distinte degli spettacoli, che non che debbano farlo”.

Los 5 teatros de ópera más bonitos del mundo

Los teatros de la ópera son templos del arte de Mozart, Verdi, Tchaikovsky, y al mismo tiempo la creación de arquitectos y diseñadores de talento de su generación. Hay muchos teatros de gran belleza en todo el mundo, con salas elegantes, decoraciones inconcebibles y exteriores realmente impresionantes.

La Scala

La Scala es uno de los teatri più belli del mondo. Se encuentra en Milán, Italia. El nombre “La Scala” proviene del nombre de la iglesia local de Santa María dela Scala, donde el arquitecto italiano Giuseppe Piermarini comenzó a levantar el edificio del teatro en 1776. La primera representación de La confesión de Europa de Antonio Salieri en la Ópera de la Scala tuvo lugar en 1778. Durante la Segunda Guerra Mundial, el edificio de la Scala quedó completamente destruido. Pero gracias a los esfuerzos de los ingenieros bajo la dirección de L. Secchi, en 1946 el teatro volvió a funcionar, en su forma original.

Las rejas del escenario tienen 30 metros de altura y una profundidad similar. Casi todos los mecanismos de este teatro, excepto las luces, son manuales, y el cambio de escenario se realiza mediante un complejo sistema de contrapesos y cuerdas. El Teatro Rojo-Oro es conocido por su magnífica acústica, que revela las verdaderas habilidades del cantante con tanta precisión que trabajar en el escenario se considera una prueba de fuego. 

La Gran Ópera de París

Diseñado por el arquitecto Charles Garnier y terminado en 1875, este teatro de la ópera de estilo Beaux-Arts está considerado como uno de los ejemplos más llamativos de la arquitectura elegíaca. Cuenta con una gran araña de cristal de siete toneladas en el centro del vestíbulo, numerosas cenefas de mármol decorativas y estatuas que representan figuras de la mitología griega. En 1962, Marc Chagall añadió frescos al techo de la Ópera Garnier.

La Gran Ópera debe su aspecto al emperador Napoleón III de Francia, que tras un intento de asesinato en 1858 se negó a visitar el antiguo edificio y exigió al barón Georges-Eugène Haussmann, prefecto de París, que construyera un edificio digno de la capital del Imperio. El concurso para construir la Gran Ópera lo ganó el desconocido arquitecto Charles Granier. Nadie hubiera imaginado entonces que la construcción comenzaría en el Imperio y terminaría 15 años después, tras la revolución y la guerra, en la República. El lugar para la construcción de la Gran Ópera se eligió muy húmedo, debido a los numerosos arroyos subterráneos que alimentan el Sena. 

Ópera Estatal de Viena

El mayor teatro de ópera de Austria y el centro de la cultura musical del país. El edificio que ahora alberga la Ópera Estatal de Viena fue construido en 1869 por el arquitecto August Siekard von Siekardsburg y su interior fue diseñado por Eduard van der Nulle. El teatro se inauguró con una producción de Don Giovanni de Mozart. Durante mucho tiempo se consideró que este edificio era uno de los mejores edificios teatrales del mundo.

En 1945 el teatro fue destruido durante el bombardeo de Viena. Durante diez años el teatro ofreció representaciones en otros escenarios. Sólo la nueva temporada de 1955/56 comenzó en el edificio restaurado. 

El teatro también es conocido por sus numerosas producciones infantiles. También hay localidades de pie, que son mucho más baratas y se agotan en los minutos previos al comienzo de la ópera.

La Ópera de Sídney 

Es difícil imaginar Sídney sin la Ópera, pero hasta 1958 en su lugar había un fuerte, y luego – el habitual depósito de tranvías. El arquitecto de la Ópera de Sídney es el danés Jorn Utzon y estaba previsto que la construcción durara 4 años y costara 7 millones de dólares australianos. Sin embargo, la construcción era demasiado complicada para los constructores de la época y, como resultado, la ópera se construyó en 14 años con un coste de 102 millones de dólares.

La Ópera de Sydney fue inaugurada el 20 de octubre de 1973 por la Reina Isabel II de Inglaterra. Las nubes ondulantes que forman el tejado hacen que este edificio no se parezca a ningún otro del mundo.

Teatro Académico Nacional de Ópera y Ballet de Odesa

El edificio del Teatro Musical de Odesa es una verdadera joya de la arquitectura europea del siglo XIX. Fue construido según el proyecto de los talentosos arquitectos austriacos, bajo cuya dirección se construyeron muchos magníficos teatros del Viejo Mundo, y su estructura y formas arquitectónicas se asemejan a la famosa Ópera de Dresde.

El encanto de la Ópera de Odesa reside en su diseño, que combina armoniosamente elementos de diferentes estilos: Renacimiento italiano, barroco vienés y rococó clásico. Un grupo escultórico que representa a la patrona del arte teatral -la musa Melpómene en un carro tirado por cuatro panteras- se alza sobre la fachada del edificio.

Scuole di recitazione in Italia

Scegliere una buona scuola di teatro torino è la cosa più importante che puoi fare per la tua carriera di attore. Non importa quello che la gente ti dice, i direttori del casting e gli agenti guardano la tua educazione. È molto più probabile che ti diano una possibilità se vieni da una buona scuola di recitazione. Ma non è tutto, sarete meglio preparati per entrare nel mondo della recitazione professionale e approfittare delle opportunità che vi si presenteranno. Qui sotto ci sono le sei cose più importanti da cercare quando si ricercano le scuole di recitazione, in modo da poter scegliere la migliore scuola di recitazione per te. Cerchi scuole di recitazione in Italia? Leggi questi corsi di recitazione in Italia e vedi se queste scuole di recitazione europee fanno per te.

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Accademia dell’Arte

L’Accademia dell’Arte è un programma di Master di 2 anni in Teatro Fisico con sede ad Arezzo, Italia e accreditato attraverso la Mississippi University for Women. La nostra facoltà dedicata e gli artisti ospiti hanno creato un programma specializzato in Commedia dell’Arte, acrobatica, clownerie e altre tecniche teatrali alternative. Gli studenti vivono e lavorano ad Arezzo e studiano anche a Torino, Milano e Berlino.

L’Accademia dell’Arte offre anche programmi di bachelor di 14 settimane per il teatro, la danza e la musica.

Opportunità di spettacolo: vengono organizzate rappresentazioni teatrali studentesche ad Arezzo e nelle città toscane circostanti, e sostanziali rappresentazioni hanno luogo dopo moduli di studio presso la scuola di circo FLIC di Torino, la scuola di recitazione di Berlino e la scuola Paolo Grassi di Milano.

Grado di studio: MFA.

Tasse per il primo anno del programma MFA (moduli 1 – 3): EUR 16 500

  • Modulo 1 Arezzo: EUR 6 600
  • Modulo 2 Arezzo: EUR 6 600
  • Modulo 3 Torino: EUR 3 300

Costo stimato per il secondo e terzo anno (Moduli 4-7): EUR 20 900 (questo importo totale è soggetto a modifiche a discrezione dell’Accademia dell’Arte).

Costo stimato dell’intero programma MFA (Moduli 1-7): 37 400 EUR (questo importo è soggetto a modifiche a discrezione dell’Accademia dell’Arte).

Aiuto finanziario: Un numero limitato di assistentati e borse di studio sarà disponibile per gli studenti. Gli studenti sono invitati a delineare il loro piano finanziario stimato quando fanno domanda per una borsa di studio o un assistentato.

Cosa serve per candidarsi: Gli studenti interessati devono completare la domanda per il Master dell’Accademia dell’Arte e partecipare alle audizioni tenute in tutti gli Stati Uniti presso varie università partner.

Sito web: Accademia dell’Arte

ACCADEMIA A.B.I.T.

Una scuola di recitazione internazionale che insegna la recitazione internazionale attraverso il metodo di recitazione di Sergei Ostrenko.

Scuola di recitazione ItaliaFoto: Accademia ABIT

Questo programma di recitazione in Toscana offre 3 anni di formazione di alto livello da ottobre a maggio – 30 ore a settimana.

Le euristiche insegnate includono la tecnica di recitazione, la voce (tecnica Voicecraft EVT), il movimento, la regia, la storia del teatro e il diritto dello spettacolo.

Gli attori non italofoni frequentano i corsi di lingua italiana, mentre gli attori italiani studiano il discorso, la versificazione e le tecniche di lettura espressiva.

Opportunità di spettacolo: la scuola ha un piccolo teatro in casa e un accordo con la città per cui gli studenti possono esibirsi nel vecchio teatro italiano di Massa e Carrara.

Preparazione alla professione: workshop con maestri internazionali della linea diretta di Meyerhold, così come formazione per le audizioni.

Laurea.

Tassa di studio:

Per le lezioni, compreso l’italiano per gli stranieri:

    Primo anno da ottobre a maggio – 20 ore settimanali: 2.700 euro.

    Secondo anno da ottobre a maggio – 25 ore settimanali: 3000 euro.

    Terzo anno finale da ottobre a maggio – 30 ore settimanali: 3500 euro.

Aiuti finanziari.

Di cosa hai bisogno per candidarti: Modulo di domanda, CV e colloquio (se vivi a più di 300 km dalla scuola, puoi presentare un questionario e un test d’inglese invece di un colloquio). Questa è una delle scuole di recitazione in Italia che può fornire assistenza per i visti e l’alloggio degli studenti.

Tasso di accettazione.

Politica degli esami di ammissione: Gli studenti possono fare un’audizione professionale durante i loro studi sulla base del permesso della scuola.

Sito web. ACCADEMIA

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Il più piccolo teatro del mondo

Quando viaggiamo, siamo sempre alla ricerca di quel posto speciale, unico, che è solo dove siamo noi. Un luogo o un’esperienza unica che non hai messo nella tua bucket list di viaggio, ma che ha finito per essere qualcosa (o una di esse) che non dimenticherai al tuo ritorno a casa. il teatro più piccolo d’italia è più o meno la stessa sensazione. 

L’Umbria nel suo complesso ha questa specialità; è una delle regioni meno visitate d’Italia, ma come abbiamo scritto qui su Itanari, è piena di gemme nascoste, e se decidi di visitarla ed esplorare la sua incredibile natura, l’affascinante storia e la vibrante cultura, non avrai più tempo. Uno dei teatri più piccoli del mondo (Teatro della Concordia) a Montecastello di Vibo.

La piccola città di Monta Castello di Vibo è uno dei tanti villaggi che rappresentano la Valle del Tevere nel sud della regione. La città ha un aspetto medievale, specialmente le case in pietra e le strade tipiche della zona umbra, ed è circondata da verdi colline basse e campi fertili. Il Teatro della Concordia è il monumento più importante della città, data la sua storia e la sua importanza per il comune.

Questo teatro fu costruito a spese di nove famiglie importanti della città (“la cortesia non si misura in volumi o metri…”, come si diceva all’epoca) e cominciò a funzionare nel 1808. Nel XIX secolo divenne il centro culturale della zona e fu decorato con affreschi del pittore Luigi Agretti. Il teatro ha tutte le caratteristiche di un classico teatro italiano: una pianta a campana (o “Goldoni”), palchi, affreschi sulle pareti del vestibolo e del foyer, camerini, scenografie, una sala conferenze, una scala, una hall e un botteghino: tutto in meno di centocinquanta metri quadrati per novantanove fortunati avventori. Il teatro è stato chiuso per un periodo nel XX secolo, ma ha riaperto nel 1993 dopo una ristrutturazione grazie all’aiuto di un’associazione culturale locale.

Oggi, il teatro più piccolo del mondo è aperto nei giorni feriali e nei fine settimana nei mesi estivi (luglio e agosto), mentre negli altri mesi è aperto solo nei fine settimana. Ogni mese ospita spettacoli e performance, così come matrimoni civili, conferenze, incontri e workshop nell’ambito di uno scambio internazionale. Fatti un favore, controllalo e aggiungilo alla tua lista di meraviglie nascoste che hai trovato durante il tuo viaggio.

Nel comune toscano di Vetriano di Pescaglia, in provincia di Lucca, si trova il teatro storico più piccolo del mondo. Il teatro è letteralmente schiacciato dalle case circostanti ed è elencato nel Guinness dei primati per i suoi soli 71 metri quadrati. La gente del posto lo chiama affettuosamente “Bonbonniere”. La base del teatro è a forma di trapezio e ha due file di balconi.

Il teatro fu costruito alla fine del XIX secolo e sul suo palcoscenico in miniatura vengono ancora rappresentati spettacoli e opere. Un altro micro-teatro in Italia si trova nel cuore della valle del Chianti – in un antico castello risalente al 11° secolo. Il teatro stesso fu costruito nel XVIII secolo per intrattenere i proprietari del castello, la famiglia Ricasoli, e i loro ospiti. È interessante notare che il teatro è ancora in funzione, anche se gli spettacoli sono molto rari. Tutte le decorazioni del teatro sono originali, risalenti al XVIII secolo e sono ancora utilizzate per tutte le rappresentazioni.    

Situato nella città di Vetriano (a circa mezz’ora di macchina dalle mura nord di Lucca), il Micoteatro merita una visita dopo aver visto tutte le principali attrazioni di Lucca e dintorni. Il teatro è stato costruito più di cento anni fa e recentemente è stato completamente rinnovato, oggi vi vengono rappresentati spettacoli e opere. Per un biglietto d’ingresso di 5 euro, si ottiene un meraviglioso tour di mezz’ora e un commento verbale sulla storia del teatro. Purtroppo la guida, Cristina, parla solo italiano. Tuttavia, lei ci mette il 110%. Ci sono circa 60 posti a sedere nel teatro perché ci sono 2 balconi. Tutti i posti sono stati donati – uno di loro è stato donato dal figlio di Robert Kennedy. Durante l’ultima ristrutturazione, è stato aggiunto un camerino sotto il teatro. Il locale è molto confortevole e in ottime condizioni e merita sicuramente una visita. Mostra quello che il FAI è riuscito a fare in Italia.

MUSICAL, TEATRO – Benvenuti Su Spazioartefollonica!

Dopo il diploma di Liceo Scientifico si trasferisce per cinque anni a Roma dove frequenta l’Accademia Teatrale di Roma Sofia Amendolea: qui si diploma prima nel biennio professionale i teatri reggio emilia musical di primo livello e poi nel biennio professionale avanzato. Nata a Livorno e cresciuta tra Livorno e Follonica, studia canto e pianoforte per diversi anni e si diploma in solfeggio cantato presso l’Istituto Musicale Pareggiato “Rinaldo Franci” di Siena. Agli inizi degli anni Novanta fonda la Compagnia “Artemisia Teater”, con cui tuttora realizza commedie esilaranti. Nello stesso anno la compagnia ha portato in tourneè nei maggiori teatri del Nord Italia (Torino, Milano, Reggio Emilia, ecc.) il musical “Oliver! La Fondazione i Teatri propone due alternative, tutte da ridere, per un 31 dicembre tra i velluti del teatro: al Teatro Municipale Valli (ore 20.30) “La Bibbia riveduta e scorretta”, un musical comico che riporta a Reggio Emilia gli Oblivion, in uno dei loro strampalati e visionari viaggi.

’affinamento di tecniche interpretative atte a ridurre la distanza che ingenuamente si pensa esista tra canto e recitazione, non considerandole quindi come compartimenti stagni, bensì come due diversi usi armoniosi e melodici dello stesso strumento: la voce. Da diversi anni conduce corsi di formazione teatrale per adulti, bambini e ragazzi. Le nostre collaborazioni vantano di sette anni con il Comune di Verona e “Estravagario Teatro” per la rassegna “Scuole a teatro”, le stagioni estive nei cartelloni di Peschiera Del Garda, Sirmione, Valeggio Sul Mincio, Corte Molon, Desenzano Del Garda, Lazise, Trento e Villa Venier di Sommacampagna, e nella rassegna veronese “Estate nei Cortili”. Tramite la gestione dei tre principali teatri cittadini (Municipale, Ariosto e Cavallerizza), la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia allestisce i cartelloni di lirica, prosa, danza e musica della città. Per accogliere spettacoli di danza, prosa, concerti, opera, teatro ragazzi, musical e operetta, si avvale di un sistema teatrale unico in Italia: tre teatri – Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto, Teatro Cavallerizza – raccolti attorno ad una piazza nel cuore della città, ciascuno fortemente caratterizzato sia architettonicamente sia per il tipo di programmazione.

Fulcro della attività è la splendida sede del Teatro Romolo Valli che, tra prosa, concerti, musical e operette, supera il numero delle 100 rappresentazioni all’anno. La Fondazione I Teatri di Reggio Emilia è nata nel 2002. La sua attività coinvolge tutti i settori dello spettacolo dal vivo, con sei stagioni – Opera, Concerti, Danza, Prosa, Musical-operetta e Teatro ragazzi – e due festival: il Festival Aperto, che si occupa di musica e danza contemporanee nei loro intrecci con arte, letteratura e tecnologie, e La Casa del Quartetto, festival dedicato ai giovani quartetti d’archi. La sala spettacolo può accogliere fino a 450 spettatori su due gradinate mobili che possono offrire fino a 12 assetti differenti. L’attore e regista, infatti, è autore di oltre sessanta tra commedie, farse, atti unici e spettacoli di cabaret e due figli. Oggi è il secondo teatro cittadino, ospita principalmente spettacoli di prosa.

1852 e il 1857, secondo il progetto dell’architetto modenese Cesare Costa ed appare oggi praticamente invariato rispetto al momento inaugurale. Per avere un’effettiva prova e conferma delle competenze acquisite nei mesi di studio, alla fine del percorso le forze confluiranno in uno spettacolo di chiusura che potrà essere strutturato in vari modi, anche in base alle particolarità individuali e agli obiettivi raggiunti. Il teatro Ariosto, in origine era definito “Teatro di Cittadella” poiché sorgeva presso l’antico baluardo difensivo voluto dai Gonzaga (alla fine del 1339) durante il loro dominio a Reggio Emilia. Gli abbonamenti per tutte le stagioni de I Teatri di Reggio Emilia (Prosa, Danza, Opera, Concerti e Musical) sono in vendita da domani nelle casse del teatro Valli. ”, prodotto in collaborazione con Massimo Romeo Piparo e la Planet Musical.

Protagonista indiscussa dell’energia che sta alla base di questo intreccio è indissolubilmente la musica: attraverso il dialogo con essa, considerata una vera e propria “attrice” sulla scena, il performer di musical deve essere capace di trovare la propria energia, unica e distinta dalle altre, e su di essa fondare la sua interpretazione, sia questa esplicitata per mezzo del corpo, del canto o del linguaggio in prosa. Ogni forma di linguaggio è un sistema di simboli che combinandosi creano un codice di comunicazione. Fulcro di tali tecniche e principale esercizio sarà il rapido passaggio dalla canzone alla prosa e dalla prosa alla canzone, con e senza l’ausilio della musica, così da conferire agli aspiranti performers la sicurezza e la coscienza della propria incisività sulla scena, nonché della propria padronanza di più forme di linguaggio teatrale. Ha finalità di promozione, produzione e diffusione della cultura, dell’arte, dello spettacolo, di tutte le espressioni teatrali (di parola, di musica, di danza, ecc.), di conservazione e valorizzazione dei beni culturali di cui dispone, di sviluppo della domanda culturale e della coesione sociale, di agevolazione della produzione culturale innovativa, di diffusione della cultura della sostenibilità ambientale, di incremento del turismo culturale.



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